DOVE SIAMO?
FANTISCRITTI: LE CAVE, IL MARMO, LA STORIA
Noi siamo qui
Fantiscritti è un mondo a parte!
Sono arrivata per la per la prima volta quassù nel 2015, a bordo della mia piccola utilitaria sfrecciando ai 15 km/h (forse 10!) per una pausa pranzo ai “Ponti di Vara”.
Pur lavorando e vivendo nella capitale mondiale del marmo da quando sono nata non mi era mai capitato di visitare questi luoghi, li avevo ovviamente sentiti nominare e mi immaginavo scenari strani, quasi lunari, polverosi e freddi.
E più o meno era così, tranne per il freddo, in un mezzogiorno di inizio Settembre la temperatura era rovente specialmente se sei vestita come per andare in montagna.
Durante il giorno la prima impressione che ho avuto è quella di essere all’interno di un grande cantiere.
Qui tutto parla di lavoro, camion carichi di pezzi di marmo che vanno e vengono uscendo da gallerie che sembrano piccoli tunnel scavati a mano, percorrendo strade che non farei neanche a piedi; polvere, tanta polvere, rumori sordi, boati e scricchiolii che riecheggiano e… turisti!
Tanti turisti, la maggior parte stranieri, che arrivavano, si guardavano intorno increduli e volevano sapere, toccare, ammirare quello che io ho sempre avuto a 10 minuti di auto e non avevo mai visto.
Ma nel pomeriggio cambia tutto, finito il turno di lavoro gli operatori scendono dal monte, i camion non viaggiano più e anche la polvere si posa e piano piano arriva l’ora del tramonto.
I tramonti
I tramonti sono diversi quassù...
Si blocca il rumore, c’è silenzio, a Nora piace sentire l’eco della propria voce, allora si mette ad urlare laggiù dove c’è il binocolo oppure alla soglia della galleria dove pensava, o forse pensa ancora, che passi un treno. C’è fresco qui, avete presente la sensazione dell’aria condizionata sparata a 16 gradi? Ecco è esattamente quello che si prova sostando per qualche secondo davanti all’ingresso di una di queste gallerie.
Poi ti giri e ti metti a guardare il mare, che è lì a 10 minuti, in certe giornate riesci a vedere anche la Corsica e pensi di essere fortunato.
Ma cosa c’è da vedere?
A Fantiscritti ci sono diverse attività da svolgere per conoscere e ammirare diversi aspetti delle Cave di marmo di Carrara.
Vengono organizzate delle escursioni in jeep, molto divertenti anche con i bambini, noi l' abbiamo fatta con Nora che aveva 4 anni ed è stato bello, il viaggio non è certo confortevole ma è realistico e la cortesia e simpatia degli operatori apporta un grandissimo valore aggiunto.
Si arriva più in alto dove il paesaggio è meraviglioso e qui si può assistere alla spiegazione relativa alle varie modalità di escavazione, spesso vengono organizzati degli eventi, degli aperitivi esclusivi su prenotazione e numerosi vip scelgono questi luoghi per i loro servizi fotografici.
Un altro tipo di attività viene svolta all’interno di una cava in galleria, qui si accede più comodamente con dei pulmini che portano i visitatori fin dentro al cuore della cava dove la temperatura è costante all’incirca sui 16 gradi e si rimane stupiti perché più che una cava sembra un salone! Le operatrici coinvolgono il turista in un percorso con una spiegazione dinamica e divertente.
Una volta sono stata qui per una festa, non ricordo se di motociclisti o altro ma è stato meraviglioso, una piccola discoteca all’interno di una montagna!
Se invece siete interessati alla storia delle cave fin dalle origini, ma soprattutto alla storia dei cavatori non potete non passare dalla Cava museo Fantiscritti.
Si tratta di un piccolo museo a cielo aperto realizzato con dedizione meticolosa dal nonno di Marco, Gualtiero detto Walter, una star all’epoca ed ancora oggi la cui passione continua a vivere attraverso il lavoro costante dell'omonimo nipote, Walter, che ogni giorno racconta ai visitatori la storia tramandata da generazioni.
In questo luogo è tangibile la vita che un tempo conducevano i cavatori, e le loro famiglie, la loro condizione sociale, il cui simbolo, custodito come un tesoro all'interno della "capanna del cavatore", è racchiuso negli “scarponi chiodati” senza i quali i padri non potevano recarsi a lavoro.
Qui ho scoperto per la prima volta da cosa derivasse il nome Fantiscritti, ho conosciuto Stella e i “bagasci”, sono entrata nella capanna del cavatore e addirittura ho visto i giochi dei bambini dell’epoca.
Qui ho ascoltato il suono del “mugnon”: la sirena usata un tempo per avvisare che qualcuno, su per quei monti, aveva subito un infortunio grave; è un suono forte e inquietante, credetemi mette veramente i brividi.
Ogni singolo oggetto che trovate nel museo ha una storia incredibile alle spalle, fatta di fatica quotidiana, tenacia e coraggio di chi non aveva altra alternativa per vivere.
Si ha difficoltà a non emozionarsi davanti alla statua del Nonno Walter, installata qualche anno fa in onore e memoria della sua dedizione a questo luogo.
Sta lì, come spesso faceva, ad accogliere benevolo i visitatori con la sua buccina in mano, e a volte pare quasi di sentirne il suono!
Una menzione speciale però la devo ai nostri cari buoi, di marmo ovviamente, Tinco e PinPon, preceduti da Landò l’asinello, protagonisti assoluti di ogni selfie scattato al museo sono l’attrazione principale per Nora che li cavalca come Elsa di Frozen verso Ahtohallan!
Proprio all'ingresso del museo vi è inoltre il negozio di Souvenir, rivenditore ufficiale CHD, espone bellissimi oggetti in marmo, naturalmente artigianali e a KM 0!!!
Se vi è venuta voglia di visitare questo luogo qui trovate tutte le informazioni necessarie, oppure date un occhiata alle pagine facebook e instagram cavamuseofantiscritti
Vi aspettiamo!!!